Cosa fa Federica Pellegrini quando non nuota? L'imprenditrice!
L'idea, nell'aria da tempo, si concretizza lo scorso anno, durante un vivace pranzo di famiglia,
quando prende corpo la decisione di tuffarsi nel settore tanto caro al padre,
stimato capo barman Aibes. Ed è così che uno stimolante family affair
si traduce nella srl a 4 soci che include la madre di Federica, Cinzia, e il fratello Alessandro,
fresco di diploma alla scuola alberghiera.
Il progetto principale riguarda l'apertura di un american bar e, per la location,
si punta sul centro di Spinea.
Qui si “gioca in casa”, la località è collegata alle principali arterie stradali e trova ulteriori appeal nel bacino d'utenza ampio,
tra le province di Venezia, Padova e Treviso, e nella possibile clientela composta da amici ed estimatori.
Il caso vuole che, mentre si costituisce la società, si renda disponibile una struttura dalle caratteristiche interessanti,
in uno dei più antichi edifici del centro: l'ex stalla dai soffitti alti che già aveva ospitato una paninoteca,
è dotata di parcheggio e spazio esterno, ideale per un plateatico estivo.
Dopo una rapida e fruttuosa trattativa, l'1 ottobre 2011 iniziano i lavori di restyling dei due ariosi piani che,
nel tempo record di 45 giorni, diventano il raffinato scenario dell'inaugurazione.
Bollicine, grappe e spirit rari
Tra i particolari spiccano la pietra ricamata a intarsio che caratterizza la parte frontale dei due banchi bar,
oltre a sedute, tavoli e divani che poggiano su tacchi stilizzati, elemento fil rouge del locale.
Si tratta di un chiaro riferimento alla passione di Federica per le scarpe eleganti, che ha portato alla scelta del logo e del nome del locale.
Il concept sceglie come modello di riferimento l'american bar degli hotel cosmopoliti e punta a un target medio alto
in cui la strategia di fidelizzazione si fonda su un elevato standard di qualità e professionalità.
Il punto di partenza è l'impeccabile esecuzione e presentazione di drink e cocktail che nella carta si limitano alle ricette internazionali più note (da 5 a 8 euro),
ma al banco aumentano a una settantina.
Tra questi sono compresi i mix creati da Roberto come il Tacco 11, a base di Bitter, vermouth, China Martini e soda,
servito con l'assortimento di dry snack in uno degli orari di massimo afflusso, che corrisponde al momento dell'aperitivo.
Tra le curiosità va citato l'Energy Stone-tini, esclusivo cocktail energetico e mistico firmato Tacco 11.
Alla base di tutto le particolari pietre rosse provenienti dall'Arizona, raccolte dagli indiani e posizionate sotto una piramide che aumenta la loro carica energetica.
La vetrina, aggiornata ogni 50 giorni insieme al listino, mostra whisky provenienti da tutto il mondo, come i giapponesi Suntory e Nikka,
e accosta all'assortimento di rum, gin e vodka una collezione di assenzio, declinato in 10 etichette di differenti gradi alcolici.
No all'omologazione
Il rispetto per la tradizione locale è assicurato dalle 35 etichette di grappe venete e friulane.
La ricerca si indirizza anche verso prodotti difficili da reperire, come il cognac Luigi XIII Rémy Martin (dal tappo senza il tipico giglio di Francia) prodotto prima del 1960,
preziosa chicca riservata agli intenditori.
Si stappa il vino, soprattutto bollicine, proposto anche in mescita; a fare la parte del leone è lo Champagne e, quindi, si sta valutando la sinergia con una grande maison francese.
Nella scelta dei fornitori, largo spazio ai grandi marchi del beverage, prediligendo il rapporto diretto, reso possibile dalle conoscenze di Roberto e dalla sua esperienza in Aibes.
http://www.tacco11americanbar.com/www.tacco11americanbar.com/Home.html
articolo di Claudia Ferronato