Helga è la proprietaria di un bar, di quelli dove si beve forte.
Rendendosi conto che quasi tutti i suoi clienti sono disoccupati e che quindi dovranno ridurre le consumazioni e frequentazioni, escogita un geniale piano di marketing, consentendo loro di bere subito e pagare in seguito.
Segna quindi le bevute su un libro che diventa il libro dei crediti (cioè dei debiti dei clienti).
La formula "bevi ora, paga dopo" è un successone: la voce si sparge, gli affari aumentano e il bar di Helga diventa il più importante della città. Lei ogni tanto rialza i prezzi delle bevande, ma nessuno protesta, visto che nessuno paga: è un rialzo virtuale. Così il volume delle vendite aumenta ancora.
La banca di Helga, rassicurata dal giro d'affari, le aumenta il fido. In fondo, dicono i risk manager, il fido è garantito da tutti i crediti che il bar vanta verso i clienti: il collaterale a garanzia.
Intanto l'Ufficio Investimenti & Alchimie Finanziarie della banca ha una pensata geniale. Prendono i crediti del bar di Helga e li usano come garanzia per emettere un'obbligazione nuova fiammante e collocarla sui mercati internazionali: gli Sbornia Bond.
I bond ottengono subito un rating di AA+ come quello della banca che li emette, e gli investitori non si accorgono che i titoli sono di fatto garantiti da debiti di ubriaconi disoccupati. Così, dato che rendono bene, tutti li comprano.
Conseguentemente il prezzo sale, quindi arrivano anche i gestori dei Fondi pensione a comprare, attirati dall'irresistibile combinazione di un bond con alto rating, che rende tanto e il cui prezzo sale sempre. E i portafogli, in giro per il mondo, si riempiono di Sbornia Bond.
Un giorno però, alla banca di Helga arriva un nuovo direttore che, visto che in giro c'è aria di crisi, tanto per non rischiare le riduce il fido e le chiede di rientrare per la parte in eccesso al nuovo limite.
A questo punto Helga, per trovare i soldi, comincia a chiedere ai clienti di pagare i loro debiti. Il che è ovviamente impossibile, dato che si sono bevuti tutti i risparmi.
Helga non è quindi in grado di ripagare il fido e la banca le taglia i fondi.
Il bar fallisce e tutti gli impiegati si trovano per strada.
Il prezzo degli Sbornia Bond crolla del 90%.
La banca che li ha emessi entra in crisi di liquidità e congela immediatamente l'attività: niente più prestiti alle aziende. L'attività economica locale si paralizza.
Intanto i fornitori di Helga, che in virtù del suo successo, le avevano dato gli alcolici con grandi dilazioni di pagamento, si ritrovano ora pieni di crediti inesigibili.
Purtroppo avevano anche investito negli Sbornia Bond, sui quali ora perdono il 90%.
Il fornitore di birra inizia prima a licenziare e poi fallisce.
Il fornitore di vino viene invece acquisito da un'azienda concorrente che chiude subito lo stabilimento locale, manda a casa gli impiegati e delocalizza a 6.000 chilometri di distanza.
Per fortuna la banca viene invece salvata da un mega prestito governativo senza richiesta di garanzie e a tasso zero.
Per reperire i fondi necessari il governo ha semplicemente tassato tutti quelli che non erano mai stati al bar di Helga perché astemi o troppo impegnati a lavorare.
BENE: ORA POTETE DILETTARVI AD APPLICARE LA DINAMICA DEGLI "SBORNIA BOND" ALLE CRONACHE DI QUESTI GIORNI, GIUSTO PER AVER CHIARO CHI È UBRIACO E CHI SOBRIO.
L'arte sublime del barman è quella di essere padrone di casa,attento a che tutti abbiano quel che si aspettano,niente di più,ma nemmeno niente di meno
lunedì 26 novembre 2012
giovedì 13 settembre 2012
Dennis Zoppi,da Torino alla top 10 mondiale
Il mixologist italiano ha superato gli oltre 15.000 partecipanti al DIAGEO RESERVE WORLD CLASS.
A conclusione di una settimana nel corso della quale sono emersi i cocktail trend piú innovativi, dopo una maratona di eventi da red carpet e soprattutto una lunga serie di gare estremamente impegnative, in cui si sono sfidati i 50 più brillanti bartender del mondo, Dennis Zoppi, rappresentando l’Italia, si é classificato tra i primi 10 mixologist alla DIAGEO RESERVE WORLD CLASS, la competizione internazionale di Diageo Reserve, divisione luxury della multinazionale inglese, che comprende i distillati più nobili e raffinati, tra i quali il gin Tanqueray No. TEN, il rum Zacapa, le vodke Ketel One e Cîroc Quello di Dennis è stato un lungo percorso, che lo ha visto superare gli oltre 15.000 partecipanti da tutto il mondo e iniziato con la vittoria alla semifinale nazionale di Bologna, la successiva conquista a Londra alla finale Western Europe, grazie alla quale è stato nominato rappresentante per l’Italia, ed infine l’arrivo a Rio de Janeiro, insieme ad altri 50 mixologist provenienti da tutto il mondo.
Alla finale di Rio, il bartender torinese si é aggiudicato il primo premio nella categoria ‘Rio street market’ nella quale gli sfidanti hanno creato cocktail a base di frutta brasiliana fresca, comprata da loro stessi in brevissimo tempo direttamente al mercato della città. Il vincitore assoluto, il Diageo Reserve World Class Bartender of the Year 2012 è invece Tim Philips, dell’Hemmesphere bar di Sidney. Il riconoscimento più prestigioso ed ambito della mixology internazionale gli è stato conferito da una giuria composta dai massimi luminari e guru del settore, che Tim ha conquistato con il suo signature cocktail 'Hot Toddy Australia', preparato con Johnnie Walker Gold Label Reserve Scotch Whisky, miele, cannella e zenzero.
Per chi vuolr provare il piacere di un drink al top,trovate Denni Zoppi allo Smile Tree di Torino,piazza della Consolata in zona quadrilatero romano
martedì 19 giugno 2012
La grande Vodka italiana
Nasce Sernova Branca, la via italiana alla vodka
Cinque distillazioni e dieci filtraggi rendono inconfondibile il gusto pieno e morbido del nuovo distillato realizzato da F.lli Branca Distillerie con il contributo di Luca Gardini, Miglior Sommelier del Mondo 2010.
Nata 167 anni a Milano, la F.lli Branca Distillerie ha sempre mantenuto fede al proprio motto “Novare serbando” ovvero “Cambiare mantenendo le proprie radici”. E proprio dalle iniziali delle due parole latine è stato tratto il nome di un innovativo prodotto come Sernova, la via italiana alla vodka. Lo spirit è stato messo a punto dagli esperti mastri distillatori della F.lli Branca Distillerie che hanno messo a punto un originale processo produttivo che prevede 5 fasi di distillazione e 10 filtraggi successivi. Trasparente e luminosa, Sernova si caratterizza per pienezza e rotondità che le deriva dal grano tenero italiano impiegato, per un titolo alcolico finale di 40°. Il gusto dolce, pulito, equilibrato e morbido è stato messo a punto con il contributo di Luca Gardini, trentenne romagnolo eletto Miglior Sommelier del Mondo nel 2010. «Proprio in questo momento – afferma Niccolò Branca, presidente e amministratore delegato dell’azienda milanese – il fare italiano è sempre più la strada giusta su cui puntare e investire. Da sempre infatti la F.lli Branca Distillerie si distingue per passione, qualità, innovazione e ricerca dell’eccellenza. Con Sernova intendiamo farci ancor più promotori di un autentico gusto italiano del bere, in grado di parlare sia al gruppo degli intenditori per le caratteristiche organolettiche intrinseche del distillato sia al pubblico dei giovani per l’immagine glamour della confezione». La bottiglia di Sernova (da 70 e 100 cl) infatti si caratterizza per la forma tipica bordolese in vetro smerigliato, per la chiusura in ceralacca e per l’etichetta serigrafata che riporta un evidente rosone dorato realizzato con spighe di grano a sottolineare la materia prima impiegata.
fonte bargiornale
venerdì 11 maggio 2012
Drink olimpici
Cosa fa Federica Pellegrini quando non nuota? L'imprenditrice!
L'idea, nell'aria da tempo, si concretizza lo scorso anno, durante un vivace pranzo di famiglia,
quando prende corpo la decisione di tuffarsi nel settore tanto caro al padre,
stimato capo barman Aibes. Ed è così che uno stimolante family affair
si traduce nella srl a 4 soci che include la madre di Federica, Cinzia, e il fratello Alessandro,
fresco di diploma alla scuola alberghiera.
Il progetto principale riguarda l'apertura di un american bar e, per la location,
si punta sul centro di Spinea.
Qui si “gioca in casa”, la località è collegata alle principali arterie stradali e trova ulteriori appeal nel bacino d'utenza ampio,
tra le province di Venezia, Padova e Treviso, e nella possibile clientela composta da amici ed estimatori.
Il caso vuole che, mentre si costituisce la società, si renda disponibile una struttura dalle caratteristiche interessanti,
in uno dei più antichi edifici del centro: l'ex stalla dai soffitti alti che già aveva ospitato una paninoteca,
è dotata di parcheggio e spazio esterno, ideale per un plateatico estivo.
Dopo una rapida e fruttuosa trattativa, l'1 ottobre 2011 iniziano i lavori di restyling dei due ariosi piani che,
nel tempo record di 45 giorni, diventano il raffinato scenario dell'inaugurazione.
Bollicine, grappe e spirit rari
Tra i particolari spiccano la pietra ricamata a intarsio che caratterizza la parte frontale dei due banchi bar,
oltre a sedute, tavoli e divani che poggiano su tacchi stilizzati, elemento fil rouge del locale.
Si tratta di un chiaro riferimento alla passione di Federica per le scarpe eleganti, che ha portato alla scelta del logo e del nome del locale.
Il concept sceglie come modello di riferimento l'american bar degli hotel cosmopoliti e punta a un target medio alto
in cui la strategia di fidelizzazione si fonda su un elevato standard di qualità e professionalità.
Il punto di partenza è l'impeccabile esecuzione e presentazione di drink e cocktail che nella carta si limitano alle ricette internazionali più note (da 5 a 8 euro),
ma al banco aumentano a una settantina.
Tra questi sono compresi i mix creati da Roberto come il Tacco 11, a base di Bitter, vermouth, China Martini e soda,
servito con l'assortimento di dry snack in uno degli orari di massimo afflusso, che corrisponde al momento dell'aperitivo.
Tra le curiosità va citato l'Energy Stone-tini, esclusivo cocktail energetico e mistico firmato Tacco 11.
Alla base di tutto le particolari pietre rosse provenienti dall'Arizona, raccolte dagli indiani e posizionate sotto una piramide che aumenta la loro carica energetica.
La vetrina, aggiornata ogni 50 giorni insieme al listino, mostra whisky provenienti da tutto il mondo, come i giapponesi Suntory e Nikka,
e accosta all'assortimento di rum, gin e vodka una collezione di assenzio, declinato in 10 etichette di differenti gradi alcolici.
No all'omologazione
Il rispetto per la tradizione locale è assicurato dalle 35 etichette di grappe venete e friulane.
La ricerca si indirizza anche verso prodotti difficili da reperire, come il cognac Luigi XIII Rémy Martin (dal tappo senza il tipico giglio di Francia) prodotto prima del 1960,
preziosa chicca riservata agli intenditori.
Si stappa il vino, soprattutto bollicine, proposto anche in mescita; a fare la parte del leone è lo Champagne e, quindi, si sta valutando la sinergia con una grande maison francese.
Nella scelta dei fornitori, largo spazio ai grandi marchi del beverage, prediligendo il rapporto diretto, reso possibile dalle conoscenze di Roberto e dalla sua esperienza in Aibes.
http://www.tacco11americanbar.com/www.tacco11americanbar.com/Home.html
articolo di Claudia Ferronato
martedì 8 maggio 2012
1862-2012 150 anni di Bacardi!
Si chiama Speak Low il cocktail vincitore della Bacardi Legacy Superior Competition 2012. Il drink è firmato da Shingo Gokan, bartender giapponese in forza all’Angel’s Share di New York. A Porto Rico, il Paese che ospita la Cattedrale del rum di Bacardi, il giapponese ha battuto 25 bartender giunti sull’Isla de l’Encanto da tutto il mondo.
Ecco la ricetta..Prima si combinano due elementi: un cucchiaio di tè verde Matcha e 30 ml di Bacardi Superior. Per mescolarli si usa il chasen, il frullino di bambù utilizzato nella cerimonia del tè giapponese. Dopo averli miscelati con cura si filtra la miscela nello shaker e si agita, con la tecnica dell’hard shake, insieme a 30 ml Bacardi Solera rum e 15 ml di sherry Osborn Pedro Ximenez. Infine si propone in un bicchiere addobbato con una sfera di ghiaccio scolpita a mano e uno spruzzo di succo di scorza d’agrume yuzu..ricetta di altissimo livello influenzata dalle origini giapponesi del suo creatore.
Ottima prova anche per l'italianissimo Matteo “Zed” Zamberlan del 45 Giri di Roma, che dopo essersi lasciato alle spalle in semifinale 18 concorrenti, è uscito di scena tra gli applausi.
Ecco la ricetta..Prima si combinano due elementi: un cucchiaio di tè verde Matcha e 30 ml di Bacardi Superior. Per mescolarli si usa il chasen, il frullino di bambù utilizzato nella cerimonia del tè giapponese. Dopo averli miscelati con cura si filtra la miscela nello shaker e si agita, con la tecnica dell’hard shake, insieme a 30 ml Bacardi Solera rum e 15 ml di sherry Osborn Pedro Ximenez. Infine si propone in un bicchiere addobbato con una sfera di ghiaccio scolpita a mano e uno spruzzo di succo di scorza d’agrume yuzu..ricetta di altissimo livello influenzata dalle origini giapponesi del suo creatore.
Ottima prova anche per l'italianissimo Matteo “Zed” Zamberlan del 45 Giri di Roma, che dopo essersi lasciato alle spalle in semifinale 18 concorrenti, è uscito di scena tra gli applausi.
mercoledì 7 marzo 2012
Un drink per festeggiare le donne
Quale migliore scusa che una qualsiasi celebrazione per gustare un nuovo cocktail?
Scorrendo il calendario la prossima celebrazione degna di importanza è senza dubbio quella relativa alla festa della donna.
E sebbene molte di loro festeggeranno in compagnia delle amiche in locali con serate a tema, vale la pena di inziare a pensare a qualche cocktail interessante da gustare per l’occasione.
Con un occhio ovviamente al gusto tipico femminile.
Cosa vi richiama alla mente la festa della donna?Ovviamente la mimosa, fiore simbolo dei suoi festeggiamenti.
E sebbene in tal senso nel mondo alcolico potrebbe andar bene qualsiasi cocktail di colore giallo, ve ne sono due strettamente imparentati che sembrano andar bene in maniera straordinaria, il Buck’s Fizz ed il Mimosa.
Semplici da preparare e decisamente al top in quanto a semplicità e gusto.
Il Buck’s Fizz, è senza dubbio una scelta raffinata che nasce a Londra nella prima metà del novecento.
Lo fa in un club chiamato proprio Buck’s, del quale prende evidentemente il nome.
Molti non lo conoscono,ma di sicuro in tanti ricordando quello che possiamo definire “il cugino”: il Mimosa.
La differenza tra loro è minima ed è costituita dalla diversa natura del "fill" con cui allugheremo il succo di arancia:
Prosecco o spumante brut per il Mimosa e Champagne per il Buck's fizz.
Entrambi, nonostante una maggiore componente alcolica del secondo, sono adatti ad ogni occasione per la loro leggerezza,
il loro gusto ed il loro grazioso aspetto,e sono ottimi anche con una piccola aggiunta di triple sec.
Mimosa
4/10 di spremuta d'arancia
6/10 di vino Prosecco o di Spumante Brut
Buck’s Fizz
Ingredienti
6/10 di champage (sei parti)
4/10 di succo d’arancia
La preparazione è estremamente semplice: bisogna versare nel flute il succo d’arancia e aggiungete lentamente lo champagne
fino a quando avrete colmato il bicchiere.
Per ottenere un drink appena più consistente bisognerà aggiungere uno spruzzo di triple sec.
Prima di comporre il cocktail mettete il flute nel freezer per qualche minuto ed utilizzate degli ingredienti freschi in gusto e temperatura.
Gustose varianti per “tutti i giorni” possono essere ottenute con del succo di fragola o con della polpa di fragola frullata.
Scorrendo il calendario la prossima celebrazione degna di importanza è senza dubbio quella relativa alla festa della donna.
E sebbene molte di loro festeggeranno in compagnia delle amiche in locali con serate a tema, vale la pena di inziare a pensare a qualche cocktail interessante da gustare per l’occasione.
Con un occhio ovviamente al gusto tipico femminile.
Cosa vi richiama alla mente la festa della donna?Ovviamente la mimosa, fiore simbolo dei suoi festeggiamenti.
E sebbene in tal senso nel mondo alcolico potrebbe andar bene qualsiasi cocktail di colore giallo, ve ne sono due strettamente imparentati che sembrano andar bene in maniera straordinaria, il Buck’s Fizz ed il Mimosa.
Semplici da preparare e decisamente al top in quanto a semplicità e gusto.
Il Buck’s Fizz, è senza dubbio una scelta raffinata che nasce a Londra nella prima metà del novecento.
Lo fa in un club chiamato proprio Buck’s, del quale prende evidentemente il nome.
Molti non lo conoscono,ma di sicuro in tanti ricordando quello che possiamo definire “il cugino”: il Mimosa.
La differenza tra loro è minima ed è costituita dalla diversa natura del "fill" con cui allugheremo il succo di arancia:
Prosecco o spumante brut per il Mimosa e Champagne per il Buck's fizz.
Entrambi, nonostante una maggiore componente alcolica del secondo, sono adatti ad ogni occasione per la loro leggerezza,
il loro gusto ed il loro grazioso aspetto,e sono ottimi anche con una piccola aggiunta di triple sec.
Mimosa
4/10 di spremuta d'arancia
6/10 di vino Prosecco o di Spumante Brut
Buck’s Fizz
Ingredienti
6/10 di champage (sei parti)
4/10 di succo d’arancia
La preparazione è estremamente semplice: bisogna versare nel flute il succo d’arancia e aggiungete lentamente lo champagne
fino a quando avrete colmato il bicchiere.
Per ottenere un drink appena più consistente bisognerà aggiungere uno spruzzo di triple sec.
Prima di comporre il cocktail mettete il flute nel freezer per qualche minuto ed utilizzate degli ingredienti freschi in gusto e temperatura.
Gustose varianti per “tutti i giorni” possono essere ottenute con del succo di fragola o con della polpa di fragola frullata.
martedì 17 gennaio 2012
I migliori 50 bar al mondo.
Come da tradizione, anche quest'anno arriva puntuale la lista dei 50 migliori bar al mondo...
Lucy Britner (editrice di World's 50 Best Bar) in collaborazione con oltre 100 professionisti del settore
tra cui il guru della mixologia Dale DeGroff hanno stilato la lista dei migliori bar del pianeta,
che come ogni anno fissa i nuovi riferimenti e detta le nouve tendenze.
in prima posizione si classifica lo il P.D.T. (please don't tell) di New York,lo speakeasy bar di cui ho già trattato
nel post http://bar-bone.blogspot.com/2010/12/il-bar-segreto.html seguito dai londinesi The Connaught e Artesian,rispettivamente in seconda e terza posizione,mentre il vincitore dello scorso anno,
il Milk & Honey chiude in 5 posizione.
Nessun locale italiano entra entra nella TOP 50 mentre la capitale britannica si pone ai vertici dell'eccellenza con ben 11 locali
in lista di cui 5 nella TOP 10.
ecco la lista completa
1. PDT, New York
2 Connaught, London
3 Artesian, London
4 Death & Co, New York
5 Milk & Honey, London
6 American Bar at the Savoy, London
7 69 Colebrooke Row, London
8 Drink, Boston US
9 Harry’s New York Bar, Paris
10 Black Pearl, Melbourne, Australia
11 Pegu Club, NY
12 Dry Martini Bar, Barcelona
13 Eau De Vie, Sydney
14 Bramble, Edinburgh
15 Employees Only, New York
16 La Capilla Bar, Mexico
17 Merchant Hotel, Belfast
18 Nightjar, London
19 Smuggler’s Cove, San Francisco
20 Buddha Bar, Paris
21 Skyview Bar, Dubai
22 The Varnish, Los Angeles
23 Tippling Club, Singapore
24 Milk & Honey, New York
25 878 Bar, Buenos Aires
26 Der Raum, Melbourne
27 Callooh Callay, London
28 Clover Club, New York
29 Door74, Amsterdam
30 Tommy’s, San Francisco
31 Floridita, Havana
32 City Space, Moscow
33 Matterhorn, Wellington, NZ
34 High Five Bar, Tokyo
35 Le Lion, Hamburg
36 LAB, London
37 Boadas, Barcelona
38 Dutch Kills, New York
39 Worship St Whistling Shop, London
40 BarAgricole, San Francisco
41 Papa Doble, Montpellier
42 Quo Vadis, London
43 Lounge Bohemia, London
44 Mayahuel, New York
45 Mutis, Barcelona
46 Ruby, Copenhagen
47 Rules, London
48 Hemingway Bar, Paris
49 Zuma, Dubai
50 Star Bar, Tokyo
Lucy Britner (editrice di World's 50 Best Bar) in collaborazione con oltre 100 professionisti del settore
tra cui il guru della mixologia Dale DeGroff hanno stilato la lista dei migliori bar del pianeta,
che come ogni anno fissa i nuovi riferimenti e detta le nouve tendenze.
in prima posizione si classifica lo il P.D.T. (please don't tell) di New York,lo speakeasy bar di cui ho già trattato
nel post http://bar-bone.blogspot.com/2010/12/il-bar-segreto.html seguito dai londinesi The Connaught e Artesian,rispettivamente in seconda e terza posizione,mentre il vincitore dello scorso anno,
il Milk & Honey chiude in 5 posizione.
Nessun locale italiano entra entra nella TOP 50 mentre la capitale britannica si pone ai vertici dell'eccellenza con ben 11 locali
in lista di cui 5 nella TOP 10.
ecco la lista completa
1. PDT, New York
2 Connaught, London
3 Artesian, London
4 Death & Co, New York
5 Milk & Honey, London
6 American Bar at the Savoy, London
7 69 Colebrooke Row, London
8 Drink, Boston US
9 Harry’s New York Bar, Paris
10 Black Pearl, Melbourne, Australia
11 Pegu Club, NY
12 Dry Martini Bar, Barcelona
13 Eau De Vie, Sydney
14 Bramble, Edinburgh
15 Employees Only, New York
16 La Capilla Bar, Mexico
17 Merchant Hotel, Belfast
18 Nightjar, London
19 Smuggler’s Cove, San Francisco
20 Buddha Bar, Paris
21 Skyview Bar, Dubai
22 The Varnish, Los Angeles
23 Tippling Club, Singapore
24 Milk & Honey, New York
25 878 Bar, Buenos Aires
26 Der Raum, Melbourne
27 Callooh Callay, London
28 Clover Club, New York
29 Door74, Amsterdam
30 Tommy’s, San Francisco
31 Floridita, Havana
32 City Space, Moscow
33 Matterhorn, Wellington, NZ
34 High Five Bar, Tokyo
35 Le Lion, Hamburg
36 LAB, London
37 Boadas, Barcelona
38 Dutch Kills, New York
39 Worship St Whistling Shop, London
40 BarAgricole, San Francisco
41 Papa Doble, Montpellier
42 Quo Vadis, London
43 Lounge Bohemia, London
44 Mayahuel, New York
45 Mutis, Barcelona
46 Ruby, Copenhagen
47 Rules, London
48 Hemingway Bar, Paris
49 Zuma, Dubai
50 Star Bar, Tokyo
Dario Comini, l'arte del cocktail tra erbe e alta cucina.
Dario Comini è figlio d'arte e bartender da tre generazioni, Il nonno ha cominciato la carriera a New York ai primi del secolo; mixologist e consulente delle maggiori case liquoristiche, è pluripremiato e socio Aibes da oltre 30 anni, vanta esperienze di lavoro internazionali ed è patron del Nottingham Forest di Milano e del Gazebo di Nottingham a Parma. I suoi cocktail sono presenti nei migliori bar della Cina alle Americhe. Il Financial Times annovera il Nottingham Forest tra i 5 migliori molecular bar del mondo e, dal 2007 il Nottingham Forest è nei 100 best bar in the world. Nel libro Mix & Drink, come preparare cocktail con le tecniche del Barchef, (Kowalski editore) invita i lettori e il pubblico del Nottingham a visitare il suo laboratorio, a impugnare uno shaker, guardare sferificare una molecola, addensare un jelly, disidratare l'assenzio e sorbire un Unami, perché Comini è anche profondo conoscitore delle leggi chimiche e fisiche e i suoi cocktail sono diventati veri e propri cult. La tendenza del momento è il cocktail organico, senza sostanze chimiche e che sfrutta le proprietà di erbe e germogli naturali, come i boccioli di Sechuan, ad azione più forte e immediata, che dà un senso di freschezza sulla lingua, oppure Oister Leaves, con foglie di ostrica, un cocktail stimolante servito nell'ostrica con pepe fresco macinato. "Barchef sta diventando parte integrante di ogni mixology - dice Comini - che integra le tecniche del bar con quelle della cucina, con infusioni, centrifugazioni, cottura a bassa temperatura, riduzioni di liquore e applicazione ai cocktail. Tutti i mixologist usano erbe, aromi, infusioni, riduzioni di cocktail da sperimentare con pentole da cucina anche a casa". Un cocktail cool nasce annusando i trend nell'aria e applicandoli ai gusti del pubblico: "Le ispirazioni sono i grandi chef, tutti i piu’ grandi stellati con i quali c'è sempre stato uno scambio - spiega il bartender -. Loro prendono ispirazione dal bar e noi dai fornelli d'elite.Attualmente il trend è quello dei cocktail green, verdi, ecologici, organici. Il Martini cocktail è il cocktail più facile e il più difficile e nel mio libro propongo 101 ricette di quelli che preferisco. Gli ingredienti sono pochi, ma sono le variazioni delle percentuali a rendere totalmente diverso il gusto".
FONTE liberoquotidiano.it
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