lunedì 7 febbraio 2011

Champagne supernova

Champagne... a questa denominazione hanno diritto soltanto i vini prodotti nella zona delimitata ed ottenuti da vitigni "raccomandati" che variano a seconda delle località: per la Marna e l'Aisne sono il Pinot (bianco, grigio e nero), lo "Chardonnay", il "Meunier" e un particolare "Gamay nero a succo bianco".
 Altre zone della Champagne sono l'Alta Marna e l'Aube ma con qualità inferiori alle precedenti e con superficie a vite assai più limitata, che non supera i 3.000 ettari.
Oltre ai vitigni sopra nominati qui troviamo anche il "Frane Noir", il "Savagnin blanc" ed il "Bachet".

Tecnicamente gli Champagnes sono dei vini "mousseux", cioè spumanti, che però hanno diritto alla denominazione specifica per distinguerli dagli spumanti di qualsivoglia altra provenienza. Già dal 1927 la zona di produzione della Champagne è stata delimitata e suddivisa in quattro parti: la Montagne de Reims, la Vallèe de la Marne, la Còte des Blancs e l'Aube.
Le qualità migliori di vino della regione derivano dai vitigni "Pinot noir" e "Pinot Chardonnay", che è invece bianco. Tutti sanno però come gli Champagnes derivino da uve rosse, oppure da mescolanze di queste (vinificate in bianco) con altre bianche in proporzioni variabili, salvo i "Blancs de Blanc" che vuoi dire "Vini bianchi provenienti da uve bianche".
 Può interessare conoscere a che cosa esattamente si riferisce l'espressione « Millèsime » applicata a questi vini, che non riguarda unicamente l'annata di produzione. Vengono millesimate soltanto le annate ottimali come andamento climatico e la cui produzione sia stata invecchiata per un minimo di tre anni.
Le Case produttrici non possono, per legge, millesimare oltre l'8o% del prodotto ottenuto in un'annata eccezionale e dovrà trattarsi allora di una qualità particolare  molto superiore alle normali,ecco il perchè del prezzo generalmente più alto rispetto a un altro champagne della stessa casa e annata.

Il metodo detto  champenoise (o metodo classico) è l'unico ammesso per produrre Champagne: nella primavera successiva alla vendemmia, il vino secco, che ha subito intanto alcuni travasi, viene addizionato di zucchero  assieme a dei fermenti selezionati in piena attività ed imbottigliato in bottiglie resistenti ad una certa pressione. Il tappo viene fissato con una graffa metallica alla bottiglia che, coricata, viene accatastata.
Per effetto dei lieviti aggiunti il vino entra in fermentazione e lo zucchero si trasforma in alcool ed anidride carbonica che si scioglie gradatamente nel liquido fino a conferire una pressione di 5-6 atmosfere e formare un abbondante sedimento.. cosi ultimata la  presa di spuma  e le bottiglie vengono messe sulle pupitres  in appositi fori per uno o due anni durante i quali, a seguito del remuage vengono capovolte e depositano gradatamente il  fondo  nel collo contro il tappo. Avviene allora il  degorgement (sboccatura),  per eliminare la sedimentazione e si ricolma la bottiglia con il cosiddetto  liqueur d'expedition  che varia secondo il tipo di vino che si desidera ottenere: brut, extra-sec, sec, demi-doux'e doux. Si ritappa, si mette la gabbietta di filo di ferro e si lascia invecchiare per il tempo che si ritiene opportuno.
 L'abbinamento gastronomico dello Champagne dipende dalle diverse impostazioni di gusto. Il tipo « brut » non di annata, fresco e vivace, è considerato ideale per l'aperitivo ed accompagna egregiamente antipasti leggeri, frutti di mare e pesce. Il « brut » di annata è di norma  più robusto, pieno, ricco e si sposa decisamente con le carni rosse, la cacciagione, il pollame nobile. I tipi « sec » e « demi-sec » sono particolarmente (ed unicamente) adatti con il dessert. Il « rosèe » ed il « Cramant » (quest'ultimo prodotto unicamente con uve bianche) sono stati definiti dai Francesi « divertenti eccezioni » riservate a gourmets  in cerca di particolari gusti e finezze.
Come regola generale è consigliabile servire lo Champagne molto fresco ma non ghiacciato: la temperatura dovrebbe oscillare sui 9-11° C.

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