lunedì 6 dicembre 2010

Starbucks vs espresso

La prima caffetteria con il marchio Starbucks venne aperta a Seattle quasi quarant’anni fa, nel 1971, da tre amici che non avrebbero mai sospettato il successo planetario del marchio della sirena dalla doppia coda. Oggi Starbucks è la più grande multinazionale del settore: diciassettemila punti vendita in quarantanove Paesi parlano da soli.
I vertici di Starbucks guardano sia al mercato statunitense, dove è in programma l’apertura di un centinaio di nuovi negozi nei prossimi mesi, che a quello mondiale...o quasi.Già perchè Starbucks attecchisce e ha successo ovunque,ma non in Italia.

Il nostro Paese, infatti, è uno dei pochi dove il colosso americano non è mai penetrato: preferiamo il buon vecchio espresso, e lo storico Presidente Howard Schultz a suo tempo ammise che gli Italiani non amano le tazze di plastica.
A Milano sicuramente funzionerebbe. A Roma non so. A Napoli toglietevelo dalla testa. Il giorno che un napoletano sarà disposto a sborsare 1,90 euro per una tazzina di caffé che non è manco espresso, ma un assaggio di caffé americano il Vesuvio erutterà spazzando via l’intera popolazione.
Ho bisogno di sperare nel grande, morboso, viscerale attaccamento degli italiani alla tazzulella ‘e café presa in un arco di tempo che è troppo breve per sedersi al tavolino e troppo spiritualmente profondo per il take away, le uniche due opzioni offerte da Starbucks.

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